“Abbaiami una storia”
L’esperienza dei gruppi di lettura con la presenza del cane
«C’era una volta un bambino che frequentava la terza elementare in una classe molto numerosa, tuttavia si sentiva un po’ solo, i suoi compagni erano gentili ma non si sentiva a suo agio in mezzo a loro e difficilmente riusciva a esprimere la propria opinione. Un giorno la sua maestra diede come compito la lettura di un libro a scelta, ma Mario, questo era il nome del bambino, non fu molto contento: lui amava muoversi e fare cose più pratiche, considerava la lettura una perdita di tempo e una terribile punizione. Il compito però era da fare e quindi Mario, dopo aver scelto un testo per ragazzi che raccontava le imprese di un gruppo di amici in vacanza in montagna, decise di provare a leggerlo una domenica pomeriggio mentre i suoi genitori sonnecchiavano davanti alla televisione. Si chiuse quindi nella sua camera in compagnia del loro cane Giove che lo seguì mollemente sperando in qualche lancio di pallina. Mario iniziò a leggere ma alla terza pagina già gli si chiudevano gli occhi, però sapeva di dover andare avanti e terminare il compito altrimenti in classe avrebbe fatto una figuraccia davanti alla maestra e ai suoi compagni. Pensò quindi di iniziare a leggere ad alta voce, almeno non si sarebbe addormentato! Appena iniziò, Giove drizzò le sue morbide orecchie e si mise a guardarlo, Mario lo vide e sorrise. Pian piano iniziò ad appassionarsi alla storia, leggendo con enfasi e commentando con vari suoni. Giove lo seguì per tutto il tempo, scodinzolando mentre Mario leggeva qualche battuta più allegra e lanciando qualche abbaietto di approvazione. In quella domenica pomeriggio iniziata in sordina, Mario scoprì due cose: che leggere non era poi così male e che farlo in compagnia di Giove era ancora meglio!
Il giorno dopo andò a scuola molto fiero e iniziò a raccontare il libro che aveva letto e cosa gli era successo in compagnia di Giove. Per la prima volta non si sentì intimidito dall’avere gli occhi dei suoi compagni puntati addosso. Il pomeriggio stesso Mario, sfruttando la nuova ondata di coraggio, invitò Lara, sua compagna e figlia del veterinario di Giove, a leggere insieme a loro due sperando di fare finalmente colpo su di lei! Il piano non solo riuscì, ma nel giro di qualche settimana il gruppo di compagni che si riuniva per leggere insieme a Giove si allargò sempre più, destando grande curiosità nelle maestre e soprattutto tra i genitori che, guidati dal papà di Lara che si occupava tra l’altro anche di pet therapy, chiesero di poter prendere parte a qualche lettura. Tutti i grandi rimasero a bocca aperta! Non solo per la concentrazione e l’attenzione che ciascun bimbo dimostrava di avere, ma soprattutto per l’allegria e la leggerezza dell’ambiente da favola che si era venuto a creare, tutto merito della presenza del serafico Giove che partecipava con discrezione e senza giudicare eventuali incertezze nella lettura. A quel punto genitori e maestre insieme, decisero di sperimentare qualcosa di nuovo: proposero ai bimbi di interpretare i diversi ruoli nelle favole che venivano lette, cercando di includere l’ignaro Giove in qualche scenetta, e poi di discuterne tutti insieme alla fine per conoscere punti di vista differenti.
Fu così che nacque l’esperienza dei “pomeriggi di lettura con Giove”! »
Questa breve storia, anche se in forma semplificata, racconta e racchiude tutti gli elementi dei cosiddetti “laboratori di lettura con i cani”:
aumento del senso di sicurezza del sé e della sfera relazionale in un contesto non performativo
accrescimento della creatività, che nella realtà di tutti i giorni, serve per pensare ad alternative possibili senza farsi bloccare dagli ostacoli della vita
espressione dell’emotività e delle proprie emozioni confrontandosi con gli altri senza sentirsi giudicati.
La “fiaba” nel corso della storia dell’uomo ha sempre avuto un ruolo primario, le narrazioni di breve-media lunghezza hanno da sempre contenuto un intento formativo o di crescita morale, di aggregazione e senso di appartenenza ad un gruppo, come ci ha spiegato l’antropologia. La fiaba rappresenta un mondo parallelo e immaginario in cui poter essere altro da sé, per recuperare in realtà il Sé e incontrare l’Altro. Il legame atavico che unisce l’uomo alle narrazioni immaginarie, corre parallelo al legame ancestrale che lega l’essere umano e il cane.
Così, il mondo dei bambini è costituito da immagini dentro le quali gli animali hanno un posto rilevante: questi rappresentano infatti, nella dimensione ludica, l’emozione sperimentata dal bambino. La presenza del cane durante le letture rilassa e abbassa i livelli ansiogeni che possono venire a verificarsi in casi di ambienti prestazionali come quelli didattici. Il sostegno di figure professionali di affiancamento al cane è fondamentale per la buona riuscita dei laboratori non solo per la sua corretta gestione, ma anche per evitargli stress e valorizzare al massimo le potenzialità innate che vanno a far leva direttamente sulle capacità espressive dei più piccoli. Inoltre, il supervisore esperto in interventi assistiti con animali (generalmente e genericamente noti con il termine pet therapy) rappresenta un occhio terzo esterno e super partes, diverso dalle figure genitoriali ed educative, non dà voti né giudizi ma anzi è l’anello che rinsalda il collegamento che si viene a creare tra cane e bambini.
I gruppi di lettura con il sostegno del cane sono adatti a tutti, anche nei casi di difficoltà di apprendimento, e rappresentano un importante strumento in un’ottica di prevenzione: lavorare con i bambini attivando le loro risorse interne già in età precoce, favorisce lo sviluppo della competenza relazionale, della creatività e della capacità di trovare alternative ai problemi presentati, avendo così minore paura di affrontarli.
di Lorenza Passerone
Associazione CONteSTO – con l’aiuto del cane